Nel cuore della questione lavorativa italiana, si staglia una figura di rilievo: Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Nei suoi discorsi e nelle sue azioni, Landini mette al centro del dibattito la dignità di chi lavora, un valore che spesso rischia di essere messo in secondo piano.
La sua ultima presa di posizione riguarda il referendum sulla sicurezza sul lavoro, un tema che, nelle ultime settimane, sta scalando le posizioni nelle classifiche delle priorità nazionali. Landini, con la sua solita determinazione, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: dire sì al referendum significa dire basta alle morti sul lavoro.
Queste parole sono un grido che risuona forte nel panorama italiano, un richiamo a non sottovalutare l’importanza della sicurezza e del benessere dei lavoratori. Il messaggio di Landini è una richiesta di rinnovato impegno per garantire condizioni di lavoro sicure e rispettose della dignità di ogni individuo.
Per Landini, il voto positivo al referendum non è solo un gesto simbolico, ma un passo concreto verso il cambiamento. È un invito a tutti i lavoratori, a tutte le lavoratrici, a tutti gli italiani, a prendere una posizione chiara e decisa. Dire sì al referendum significa dire basta a una realtà in cui troppo spesso si muore mentre si cerca di guadagnarsi da vivere.
In definitiva, il segretario della Cgil rivendica con forza il diritto di ogni lavoratore a operare in un ambiente sicuro e rispettoso. Non è più tempo di compromessi o di ritardi: la sicurezza sul lavoro deve tornare al centro del dibattito nazionale. E il referendum rappresenta un’occasione unica per far sentire la voce di chi ogni giorno mette a rischio la propria vita per guadagnarsi il pane.