In una giornata in cui la Romania era impegnata a esercitare il proprio diritto di voto, un attacco hacker ha mandato in tilt i siti del governo e del candidato moderato. Un’ombra tecnologica ha così velato l’atmosfera democratica, alimentando tensioni e incertezze.
I filorussi sembrano essere i responsabili di questo attacco informatico, una mossa che ha ulteriormente complicato la già delicata situazione politica del paese. I sospetti si sono concentrati su di loro non a caso, data la tensione che da tempo contraddistingue i rapporti tra la Romania e la Russia.
Il gruppo NoName, noto per i suoi atti di cybersabotaggio, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. Non si tratta della prima volta che NoName fa parlare di sé: il gruppo è infatti noto per la sua capacità di mettere in difficoltà anche le più sofisticate difese informatiche.
In un mondo sempre più digitalizzato, dove la politica si gioca anche e soprattutto online, gli attacchi informatici stanno diventando uno strumento di pressione e manipolazione sempre più potente. Il caso della Romania non fa che confermare questa tendenza.
In un giorno che avrebbe dovuto essere di celebrazione della democrazia, l’ombra della cyber-guerra si è fatta sentire con prepotenza. Resta da vedere come il governo rumeno e la comunità internazionale risponderanno a questo ennesimo atto di cybersabotaggio.